Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) è stato riconosciuto come una condizione psichiatrica nel 1980. La sua storia risale però a molto tempo prima. Nel corso del XX secolo, diverse teorie e concetti hanno contribuito alla comprensione di questa patologia.
Uno dei primi contributi significativi è stato quello di Adolf Stern nel 1938, che ha descritto il "carattere borderline" come una condizione intermedia tra la nevrosi e la psicosi. Successivamente, negli anni '60, Otto Kernberg ha introdotto il concetto di "disturbo borderline di personalità" per descrivere un gruppo di pazienti con sintomi simili.
Tuttavia, è stato solo con l'inclusione del DBP nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) nel 1980 che questa condizione ha ottenuto un riconoscimento ufficiale. Il DSM ha fornito criteri specifici per la diagnosi del DBP, che si basa principalmente su instabilità emotiva, impulsività e difficoltà nelle relazioni interpersonali.
Da allora, la ricerca e la comprensione del DBP sono progredite notevolmente. Sono state identificate diverse cause possibili, tra cui fattori genetici, ambientali e neurobiologici. Il trattamento del DBP si basa su approcci terapeutici come la terapia dialettico-comportamentale e la terapia psicodinamica, che mirano a migliorare la stabilità emotiva e le relazioni interpersonali dei pazienti.