La Sindrome di Kleine-Levin è una rara malattia neurologica caratterizzata da episodi ricorrenti di ipersonnia e alterazioni comportamentali. È stata descritta per la prima volta nel 1925 da Willi Kleine e Max Levin. Durante gli episodi, i pazienti sperimentano una profonda sonnolenza eccessiva, che può durare da alcuni giorni fino a diverse settimane. Durante questo periodo, possono anche manifestare comportamenti anormali come iperfagia (aumento del desiderio di cibo), ipersessualità e disinibizione. La causa esatta della sindrome di Kleine-Levin non è ancora chiara, ma si ritiene che possa essere legata a un'alterazione nel funzionamento dell'ipotalamo, la parte del cervello che regola il sonno e l'appetito. Non esiste una cura specifica per questa sindrome, ma i sintomi possono essere gestiti con farmaci stimolanti e terapia comportamentale. La sindrome di Kleine-Levin può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti e richiede un'attenta gestione e supporto.