I disordini craniomandibolari (DCM) sono disturbi che coinvolgono l'articolazione temporomandibolare (ATM), che collega la mandibola al cranio. Questi disturbi possono causare dolore e disagio nella zona della mascella e del viso, limitando la capacità di aprire e chiudere la bocca correttamente.
La storia dei DCM risale a tempi antichi, con segnalazioni di sintomi simili già nell'antico Egitto. Tuttavia, è solo nel XX secolo che i DCM sono stati riconosciuti come una condizione medica specifica. Nel 1934, il termine "disordine craniomandibolare" è stato coniato dal dentista statunitense James Costen, che ha descritto una serie di sintomi correlati all'ATM.
Da allora, la comprensione dei DCM è progredita grazie agli studi scientifici e ai progressi nella tecnologia medica. Oggi, i DCM sono considerati una condizione complessa e multifattoriale, con cause che possono includere traumi, malocclusioni dentali, stress, artrite e altri fattori.
Il trattamento dei DCM può includere terapie conservative come la fisioterapia, l'uso di bite o apparecchi ortodontici, farmaci per il dolore e, in casi gravi, interventi chirurgici. La gestione dei DCM richiede spesso un approccio multidisciplinare, coinvolgendo dentisti, fisioterapisti, ortopedici e altri specialisti.